Il novecento fu caratterizzato anche nel nostro paese dalle tradizionali feste patronali e da feste laiche come il carnevale e carnevaletto, che vedevano la partecipazione di tutta la comunità come occasione di una generale allegria intorno a iniziative forse ingenue, se valutate con i parametri di oggi, ma che in fondo erano strettamente collegate alla vita di una comunità rurale e alla sua storia; si vedano a titolo esemplificativo divertimenti come la cuccagna o il pasto delle belve (consisteva in una gara a chi consumava prima un enorme piatto di spaghetti con le mani legate dietro la schiena) o la corsa dei mussi o dentro i sacchi o la rottura delle pignatte o, più tardi, la corsa dei caretèi: in questi giochi emergevano in modo sommerso gli spettri antichi della fame e una aperta volontà di scacciarli con una parodia di usi e costumi appartenenti a tempi che stavano per essere definitivamente perduti e dimenticati, tuttavia non ancora scomparsi del tutto e lo si vedeva dal fatto che non si partecipava non tanto per vincere, ma per il gusto di esibirsi in pubblico quasi come attori sciamanici, ricevendo alla fine un piccolo premio.
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001836
Albero della cuccagnaNum.: 001836 Autore: Giacomello PierantonioAnno: 1966 Via: Via Don Pio De Faveri